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In Senato la destra ed il centrodestra premono affinché venga abolito il cashback al fine di destinare le risorse a più urgenti questioni dettate dal Coronavirus, quali scuola e ristori.
In particolare il centrodestra condividendo le linee espresse da Yves Mersch, membro del consiglio direttivo della Banca Centrale Europea, secondo il quale sono troppo pochi i benefici che vengono dal cashback in termini di recuperi antievasivi. Consideriamo che non sono evidenti i recuperi che verrebbero a realizzarsi sotto forma di gettito fiscale.
In realtà i numeri parlano di ritorni positivi, ovvero, gli aderenti al cashback sono passati da 6 milioni nel periodo sperimentale a 8 milioni a marzo e le transazioni sono cresciute da 2,9 milioni a 4,1 milioni in febbraio.
Senza considerare che da uno studio realizzato da The european house Ambrosetti emerge che potenzialmente il cashback potrebbe realizzare fino a 1,2 miliardi di recupero in termini di sommerso.
Si segnalano dei comportamenti dei contribuenti nel frazionare uno stesso pagamento, poiché moltiplicando i pagamenti si centrerebbe il superpremio semestrale da 1.500 euro. Poiché per ottenere il rimborso è necessario effettuare almeno 50 operazioni nel semestre.
Tuttavia, l’abolizione del cashback porterebbe a situazioni di mancato recupero delle spese mediche in dichiarazione dei redditi, poiché suddette spese possono essere scaricate solo se il mezzo di pagamento è tracciabile.
Tratto da IlSole24Ore del 07/04/2021
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