Italo Calvino nel suo libro “Le città invisibili” si chiede cosa porta gli uomini a vivere in città. Questa domanda veniva posta in un momento nel quale si assisteva una progressiva crisi della vita urbana. L’autore si poneva la questione del perché si vive in città e la risposta risiedeva in ragioni legate allo scambio di merci, cosi come di parole, di desideri, di visione, di progettualità.

Oggi stilando una classifica delle città meglio vivibili, troviamo Bologna, che seppur piccola è comunque un crocevia di internazionalizzazione attenta alla dimensione comunitaria.

Ma le città vanno anche viste sotto un altro profilo, ovvero quello dei consumi e della produzione di rifiuti, diventando luoghi di ragionamenti circa la sostenibilità ambientale, conciliandosi ai bisogni dei cittadini. Così si adotta un modello cosi detto delle città 15 minuti. Obiettivo una rete di 97 metropoli tra cui: Milano, Roma e Venezia. Suddetto modello deve rispettare la sostenibilità ambientale con progetti che privilegino brevi spostamenti a piedi o in bicicletta.

A Milano si parla di Piazza Tattica, intesa come un modello in cui la città è considerata come una città internazionale e i cui progetti diventano un modello per altre città. Così vengono ad implementarsi maggiori piste ciclabili, le aree 30 (è la zona di una città dove la massima velocità consentita è di 30Km/h in luogo dei consueti 50Km/h), o bandi come il Mi15 (si tratta di un bando per 80.000 euro a fondo perduto da destinare ad enti no profit e profit, per realizzare quartieri per il raggiungimento dei servizi nell’ambito del progetto Mi15). Quindi la seconda edizione di Piazze Aperte, per la realizzazione di una trentina di aree scolastiche pedonalizzate entro le prossime Olimpiadi.

Così Barcellona e Parigi diventano luoghi dove ha più senso studiare. Barcellona consentirà di realizzare la cosi detta Superilla, una superficie di 9 isolati da chiudere ad asfalto ed automobili, restituendola al traffico pedonale. Parigi invece si presta ad un progetto simile a quello di Milano, ovvero realizzare aree pedonali in prossimità di aree scolarizzate.

Ebbene ciò che vedremo e che ci riserva il futuro saranno, connessioni più efficienti, mobilità sostenibile, fibra, autosufficienza energetica.

 

Tratto da IlSole24Ore del 23 marzo 2023