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Google ha messo in funzione un calcolatore di stipendi denominato Work Location Tool, il quale permetterà ai dipendenti di calcolare la diminuzione di stipendio che subiranno, qualora al rientro post-pandemia, dovessero decidere di non rientrare a lavoro per almeno i tre giorni a settimana richiesti e rimanessero a lavorare in smart working a tempo indeterminato.

Il calcolatore di stipendi sarà applicato al solo personale che lavora negli Stati Uniti e si è calcolato che dei circa 135 mila dipendenti, 10 mila abbiano deciso di lavorare in remoto full time, accettando il taglio di stipendio.

Google si giustifica dicendo che gli stipendi sono sempre stati pagati in base alla location del dipendente ed il calcolo è sempre stato fatto al massimo della retribuzione in rapporto al luogo in cui si lavora. Le previsioni di Google sono che al rientro post pandemia il 60% rispetterà la richiesta di presenza per tre volte a settimana in sede, il 20% accetterà di lavorare in nuovi spazi e solo restante 20% lavorerà da casa full time.

Dello stesso parere è Facebook, che annuncia un taglio di stipendi per chi lavorerà in luoghi low-cost.

Non sono mancate le obiezioni, risulterebbe infatti, che il dipendente che vive a 15 minuti di treno dalla grande mela, sarebbe retribuito per il 25% in meno rispetto a chi vive a New York. Ed ancora chi vive a Lake Tahoe, dove il caro vita è simile a New York riceverebbe uno stipendio minore rispetto al collega di New York appunto.
Il professor Jake Rosenfeld, della Washington University di St. Louis, commenta che Google nel periodo pandemia, ha fatto lavorare tutto il personale in smart working, producendo risparmi stimati sui 268 milioni di dollari, quindi non si vede perché un risparmio di stipendi dovrebbe produrre un ulteriore riduzione ai danni del dipendente.

Tratto da IlSole24Ore del 14/08/2021