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Il cashback, ossia la restituzione del 10% del valore delle transazioni pagate con mezzi tracciabili quali il bancomat, sta interessando solo il 14% dei maggiorenni coinvolti, ovvero si sta utilizzando per il cashback solo una carta su 10. In altre parole, la maggior parte delle operazioni viene effettuata in contanti oppure prelevando dagli sportelli bancomat e pagando in contanti le transazioni. Tutto questo nonostante venga poi restituito il 10% della transazione effettuata.

Su una popolazione di adulti corrispondente a 50 milioni di persone, solo 8 milioni di persone hanno aderito al cashback. Il dubbio doveroso che sorge pertanto é: ma il cashback ha convertito gli abituali del contante ad usare la moneta elettronica? Oppure ha incentivato ad utilizzare la moneta elettronica, le stesse persone che già l’usavano?

Da uno studio emerge che sono state avvantaggiate le sole persone a reddito medio alto, residenti al Nord e comunque nelle grandi città, che già usavano di frequente la moneta elettronica.
Teniamo conto che l’Italia è in 24 esima posizione per transazioni digitali rispetto a  tutta Europa, superata anche dalla Grecia.
Secondo Ivano Asaro, direttore dell’Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano, sarebbe preferibile sostituire il cashback a maggiori crediti d’imposta da utilizzare in dichiarazione dei redditi, come peraltro succede attualmente per la spese mediche.

Tratto da IlSole24Ore del 22/03/2021